Gestione Opposizione Autonomia Differenziata

CONTRO L'AUTONOMIA DIFFERENZIATA
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Il primo obiettivo per la realizzazione del referendum contro l'Autonomia Differenziata è stato centrato: il Quorum ( 500 mila firme ) per richiedere la consultazione referendaria è stato raggiunto e superato con le firme digitali raccolte sul portale del ministero della giustizia. Per votare era necessario identificarsi con SPID o con la CIE. Pertanto l'affidabilità di queste firme è massima. Ora la Corte costituzionale dovrà autorizzare la consultazione popolare. Ma il referendum potrebbe essere inutile se lo stesso organo istituzionale desse ragione alla regione Puglia che ha chiesto l'abrogazione della legge per palese incostituzionalità.
SCOPO DI QUESTA AZIONE POPOLARE
Trattarsi di un appello ad un’azione di pressione contro la legge sull’autonomia differenziata approvata dal Parlamento italiano (legge n. 86 del 26 giugno 2024). L’obiettivo è osteggiare questa legge che mina la coesione e la solidarietà tra la popolazione, soprattutto per i cittadini meridionali.

L’azione proposta (1) consiste nel boicottaggio dei prodotti delle aziende produttive delle regioni autonomiste (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) mediante una E-mail di protesta indirizzata ad aziende che hanno sede in queste regioni che fanno profitti vendendo in altre regioni italiane che non applicano l'Autonomia Differenziata con la speranza che la proprietà di queste aziende faccia pressione sui politici promotori a desistere dall'attuazione di tale provvedimento.

Questo tipo di iniziativa (2) rientra nell’ambito delle azioni popolari, che mirano a correggere errori della pubblica amministrazione o a supplire all’inerzia degli amministratori per la tutela di interessi generali.

Quali sono le principali critiche alla legge sull'autonomia differenziata?
 
 
Le critiche alla legge sull’autonomia differenziata sono diverse e provengono da varie fonti, alcune molto autorevoli (vedi sotto).

Ecco alcune delle principali critiche:
 
     
  1. Disuguaglianze territoriali: Si sostiene che la legge amplierà le differenze tra le regioni, creando sacche di privilegio solo per alcune aree. Questo potrebbe aumenterà i divari già esistenti tra il nord e il sud dell’Italia.
  2.  
  3. Mancanza di inclusione sociale: La legge non affronta adeguatamente ambiti sociali come la povertà, la disabilità e l’emarginazione sociale. Si è perso l’opportunità di realizzare una maggiore uguaglianza sostanziale e di far progredire l’Italia nei diritti e nella coesione sociale.
  4.  
  5. Impatto economico e imprenditoriale: Sono fortissime le preoccupazioni sull’impatto della legge sull’economia e sul sistema imprenditoriale italiano. Potrebbe influenzare negativamente la competitività del paese e la gestione delle risorse pubbliche.

Alcuni Enti e Istituzioni che hanno espresso critiche a questo provvedimento:

CONTRO L'AUTONOMIA DIFFERENZIATA
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